Forma e contenuto, Moritz Schilick
Questa settimana, consiglio personalmente, un capolavoro filosofico nella sua semplice e limpida struttura.
Moritz Schilick, editore Universale Bollati Boringhieri, Torino 1987 e 2008.
Il saggio Forma e contenuto riprende una serie di lezioni tenute da Shilick a Londra nel 1932, e può essere considerato la più organica esposizione della teoria della conoscenza elaborata dal filosofo in quegli anni.
È un testo assai elegante e chiaro che pone l’accento fin dal titolo su una distinzione tipica della filosofia neopositivistica: Shilick sostiene la tesi della radicale inconoscibilità e inesprimibilità del contenuto intuitivamente esperibile e dell’impossibilità di cogliere la natura qualitativa delle cose. L’unica conoscenza effettivamente possibile è quella relativa ai rapporti strutturali tra i fenomeni offertaci dal sapere scientifico.
Il libro comunque è completato da due brevi scritti, di respiro più schiettamente speculativo, che danno conto di due aspetti molto importanti dell’empirismo logico: il primo, della polemica con l’interpretazione neokantiana e cassireriana della teoria della relatività; il secondo, della critica alla concezione husserliana e fenomenologica dell’apriori materiali e al bergsonismo.
Moritz Schilick (1882-1936) orientò la sua ricerca soprattutto verso l’analisi epistemologica delle nuove teorie scientifiche del tempo. Dal 1922 professore di filosofia delle scienze induttive a Vienna sulla cattedra del grande fisico Ernst Mach, a partire dal 1925 organizzò il cosiddetto <<Circolo di Vienna>> frequentato dai maggiori esponenti del movimento neopositivistico. Tra le sue opere principali: L’essenza della verità nella logica moderna (1910), Teoria generale della conoscenza (1918), Discorsi di etica (1930).